Kihnu è un’isola estone nel Mar Baltico, nella provincia di Pärnu. L’isola è lunga 7 km e larga fino a 3,3 km e comprende quattro villaggi: Lemsi, Linaküla, Rootsiküla e Sääre. Circa 700 persone vivono su Kihnu, secondo dati del 2025.
L’isola delle donne
Kihnu è famosa per le sue tradizioni viventi e la cultura unica. Le donne hanno governato la vita quotidiana per secoli. Gli uomini viaggiavano per pesca e caccia, spesso restavano fuori per mesi. Dunque le donne mantennero le tradizioni, come artigianato, musica e danza.
La cultura di Kihnu è stata inserita nella lista UNESCO del patrimonio orale e intangibile nel 2003. La vita sull’isola unisce modernità e rituali antichi. I costumi tradizionali includono gonne a righe colorate e maglie lavorate a mano.È possibile visitare il museo locale per conoscere storia e artigianato.
Il paesaggio è caratterizzato da dune, pinete, coste rocciose e isole minori per il birdwatching. Un faro sulla punta più a ovest, costruito in Inghilterra nel 1865, è un simbolo dell’isola.
Altro simbolo di Kihnu sono le moto sidecar Ural o Dniepr di fabbricazione sovietica usati per muoversi sull’isola ovviamente guidati da donne in gonna tradizionale.

Giorgio Di Marco Junior
Le nozze di Kihnu
Il matrimonio a Kihnu è molto più di una cerimonia: è un vero rito comunitario che riflette secoli di tradizioni. Le nozze non sono solo l’unione di due persone, ma un momento collettivo che coinvolge l’intera comunità. Storicamente duravano tre giorni, e ancora oggi, in occasione dei matrimoni più tradizionali, molti riti vengono rispettati.
Le spose di Kihnu indossano il vestito tradizionale: gonne di lana a righe rosse, blu e gialle, fatte a mano. Questo abito è considerato un simbolo di identità e viene tramandato di madre in figlia.
Oggi i matrimoni su Kihnu uniscono tradizione e modernità. Molte coppie scelgono ancora i riti antichi, anche se in forma ridotta. Una tradizione viene usata dalla madre o dalla nonna della sposa, ovvero la ragazza viene nascosta ed il futuro sposo deve trovarla altrimenti non avrà diritto di unirsi con lei.
L’Isola delle foche
Le foche grigie abitano le acque costiere attorno a Kihnu e in tutta l’Estonia. Si stima che siano oltre 7.000 individui, con una popolazione in rapido aumento Ogni foca consuma ogni giorno tra 5 e 10 kg di pesce. Complessivamente, le foche e i cormorani prelevano circa due terzi del volume totale di pesce, lasciando solo un terzo ai pescatori.Il problema è aggravato dalla frequente distruzione delle reti da pesca da parte delle foche, con danni stimati in milioni di euro, corrispondenti a circa il 20–30% del reddito della pesca costiera.
A Kihnu, la caccia alla foca è una pratica tradizionale che ha una forte radice culturale e identitaria Storicamente, la carne e il grasso di foca venivano conservati in lattine, mentre la pelliccia veniva utilizzata per manufatti artigianali come tappeti, cappelli e scarpe. Questa attività permetteva di ottenere cibo nutriente e materiali con valore aggiunto, destinati sia al consumo locale che al commercio.
A livello sovietico, tra gli anni Sessanta e Settanta, la caccia alla foca fu intensificata e portò quasi all’estinzione delle popolazioni in tutto il Mar Baltico. Negli anni ‘70 e ‘80, a causa di accordi internazionali, la caccia fu vietata, fino alla sua reintroduzione nel 2015 con una regolamentazione razionale Dal 2015, la caccia è stata nuovamente autorizzata, ma con severi vincoli tecnici e calendari: pratica consentita solo da terra, con armi da fuoco, entro una fascia temporale concreta (inizio aprile–dicembre), sotto quota del 1% della popolazione nazionale stimata.
La mia esperienza mi ha portato, su consiglio di un indigeno, fino alla fattoria Rooslaiu Talu, sulla costa sud. Specializzata in pesce affumicato propone anche carne di foca in scatola da associare ad una bevanda molto alcolica verde. Ovviamente tutto gestito da ragazze e donne che servono al piccolo ristoro ma anche inscatolano pesce e carne di foca per la vendita ai turisti.
Giorgio Di Marco junior