Passando per Amburgo viene quasi d’obbligo assaggiare un Hambuger, la pietanza che appunto si lega moltissimo a questa città. La connessione è storica e gastronomica, non soltanto linguistica.
Nell’Ottocento Amburgo era un porto cruciale per l’Europa.
Mercanti, marinai e migranti diffondevano ricette e tradizioni culinarie.
La Hamburg steak
Ad Amburgo si mangiava la “Hamburg steak”. Era carne bovina tritata, pressata e spesso affumicata.
Un piatto semplice, nutriente e pratico per chi lavorava nei porti.
Dalla Germania all’America
I migranti tedeschi portarono la Hamburg steak negli Stati Uniti. Lì la carne venne servita tra due fette di pane.
Così nacque l’hamburger moderno, amatissimo e replicato ovunque.
Il legame con la città
Il nome rimase per ricordare Amburgo, culla simbolica del piatto. Gli americani rafforzarono quel riferimento nella diffusione globale. La città rivendica ancora oggi il suo legame con l’hamburger.
Ristoranti locali propongono versioni tradizionali e varianti gourmet.
Un piatto che ha viaggiato
In Germania rimase semplice e centrato sulla carne. Negli Stati Uniti divenne simbolo della modernità urbana.
Con il fast food conquistò l’intero pianeta.
Turismo e identità
Oggi Amburgo sfrutta questo legame anche a livello turistico. Molti visitatori cercano la “culla” dell’hamburger durante i loro viaggi. L’hamburger mostra come la cucina rifletta movimenti e migrazioni. Ogni morso racconta un intreccio di culture e viaggi. Amburgo non è solo porto e commercio.
È anche capitale simbolica del panino più famoso al mondo.
La mia Esperienza
Arrivato in città proprio per l’ora di pranzo, e dopo aver passato per varie strade della città sotto chiese imponenti e moderni palazzi mi son fermato a cercare il miglior Hambuger della città.
La ricerca online ha preso un decina di minuti. Dopo aver vagliato vari commenti mi son deciso per un ristorante che sembrava fare a caso mio nel distretto cittadino di Eimsbuttel. In quella strada avrei trovato più di un locale ad offrire il miglior burger della città. Malgrado l’ambiente quasi in stile americano con sedili in pelle rossa e lungo bancone, gli inservienti non erano ne americani ne tanto meno tedeschi. Altro aspetto di una società multietnica.
Decido comunque di provare ed per esagerare prendo quello che chiamavano Macho Burger, ovvero con due bistecche di carne macinata. La realtà di un fast food camuffato da bel ristorante mi piomba addosso quando vedo il panino. Tutto ok ma le due bistecche mi sembravano ben di quelle congelate che possiamo comprare noi stessi in ogni supermercato.
Quindi direi ben che non ho mangiato il miglior hamburger della città di Amburgo, ma resta una esperienza fatta nel suo bene e nel suo male. Quindi spero a chi vorrà provare la stessa esperienza di trovare un miglior servizio.
Giorgio Di Marco Junior